giovedì 31 luglio 2008

IL SINDACO DI BONAVENTURA (PD) SI E' DIMESSO


Abruzzo : Il Sindaco Franco Di Bonaventura si dimette per candidarsi alle Regionali del 2008
In un clima non certo favorevole al Partito Democratico Rosetano sono state ufficialmente annunciate le dimissioni del Sindaco Franco Di Bonaventura che toglie ogni riserva alle indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi. La conferenza tenutasi nella Villa Comunale alla presenza dell'Ass. Teresa Ginoble e dell'Ass. Ferdinando Perletta, nonché del Capogruppo Simone Tacchetti hanno dissipato tutti i dubbi. Il Sindaco dimissionario espone i motivi che lo hanno spinto a rimettere il mandato, occorre ricordare a titolo di cronaca che possono essere ritirate entro i prossimi 20 giorni, eventualità definita remota dallo stesso Di Bonaventura. I motivi come sostiene Di Bonaventura ”Dopo i fatti intervenuti in Regione il Partito Democratico ha chiesto un impegno profondo in senso di rinnovamento della classe dirigente chiamando a se molti esponenti politici in grado di dare un forte contributo per le prossime elezioni Regionali”. Con questo spirito sembrerebbe iniziare una campagna elettorale tutta in salita per il PD in Abruzzo, per questo la consapevolezza e la necessità che altri personaggi illustri siano scesi in campo quali ad esempio Ruffini, Sindaco dimissionario del PD nel Comune di Giulianova che ha di certo molte carte da giocarsi sul territorio, in termini di esperienza e di voti. Continua il Sindaco Di Bonaventura sostenendo che mettersi a disposizione in un contesto Regionale critico come in questo caso, soprattutto quando già si amministra con il consenso del 82% non è cosa facile, aggiungendo che il lavoro svolto in questi sette anni ha portato dei buoni risultati nonostante il programma non sia stato completato. Ma forse così non la pensano i “compagni” di cordata cioè i Socialisti ed la Sinistra Arcobaleno, per non parlare della minoranza del Centrodestra che oggi più che mai ha la possibilità competere in condizioni maggiormente favorevoli. Tutti hanno promesso battaglia durante la prossima campagna elettorale ed a cominciare dalla Sinistra Arcobaleno che ha già mosso nuove richieste di chiarimento inerenti le ultime attività urbanistiche nei pressi della Riserva Naturale Borsacchio, delusi del fatto che non sono stati rispettati gli accordi pre-elettorali che avrebbero dovuto portare avanti la definizione del PAN e conseguenzialmente il tavolo politico che a tutt'oggi sfuma miseramente, nonché delle diverse occasioni di forti dissapori in Consiglio Comunale sui diversi aspetti della gestione amministrativa ed infine della corrente antagonista a Tommaso Ginoble che sembrerebbe ritrovare maggiore forza all'interno dei Ex DS, rivendicando una loro identità di sinistra a loro dire tradita dalla gestione fino ad oggi portata avanti dall'Amministrazione Di Bonaventura. Anche i Socialisti hanno dichiarato la loro contrarietà alla candidatura del Sindaco uscente, proprio per il fatto che molti dei punti all'ordine del giorno sono stati lasciati in sospeso, rendendo tutto il centrosinistra vulnerabile alle critiche dei partiti avversari, ma per questo attendiamo eventuali conferenze stampa dello SDI. Comunque sia il PD Rosetano nella serata del 28 Luglio ha accettato le dimissioni di Di Bonaventura in risposta alla richiesta di un impegno forte per questa difficile campagna elettorale, coscienti di fare se le cose non andranno per il verso giusto un “salto nel vuoto”, nell'incertezza di definire il nome del prossimo candidato Sindaco nella eventualità che si voti per le comunali in primavera.----------------------Tratto dal quotidiano "La Città"

COMUNICATO STAMPA SUL DEGRADO DEGLI ANTICHI PERCORSI E FONTE DELL'ACCOLLE

Riporto di seguito il comunicato stampa sul degrado degli antichi percorsi e della Fonte dell'Accolle.
Azione Giovani, sentite diverse lamentele di cittadini e turisti, vuole denunciare lo stato di enorme degrado in cui versano gli antichi percorsi che collegano Roseto a Montepagano. Abbiamo potuto riscontrare la presenza di rifiuti di ogni genere, di erbacce che coprono interamente il tracciato del sentiero e di panchine e lampioni ormai distrutti.
Nonostante ci si trovi in piena stagione estiva e la città si sia riempita di turisti, ancora una volta l’amministrazione comunale ha mostrato tutto il suo disinteresse a permettere non solo ai cittadini rosetani, ma soprattutto ai turisti, di percorrere i sentieri che risalgono la collina da via Collepatito e da via Accolle e terminano a Montepagano.
Aspetto singolare della questione è che l’amministrazione Di Bonaventura ha inserito nell’elenco annuale del “Programma triennale delle opere pubbliche 2008-2010” una voce inerente la manutenzione straordinaria degli antichi percorsi, prevedendo un finanziamento di 300.000 euro per questa, ma alcun intervento è stato ancora realizzato visto che il progetto della manutenzione straordinaria è fermo da diversi anni allo studio di fattibilità, infatti la stessa era presente nel Piano Triennale 2007-2009. C’è il rischio dunque, viste le gravi difficoltà economiche derivanti dalla cattiva gestione della giunta Di Bonaventura, che l’Amministrazione Comunale non stanzi la cifra prevista e la situazione di degrado degli antichi percorsi non venga risolta neanche per quest’anno.
Azione Giovani, dopo avere operato un sopralluogo le cui fotografie sono pubblicate sul nostro blog (
http://agroseto.blogspot.com), chiede un intervento straordinario immediato del Comune al fine di garantire almeno la fruibilità del sentiero per la Fonte dell’Accolle, che come quello di Collepatito, è attualmente coperto dalle erbacce che coprono il tracciato del sentiero, pieno di rifiuti di ogni genere e con panchine e lampioni distrutti. La situazione peggiore si riscontra presso la stessa Fonte ormai totalmente invasa dalle erbacce e lasciata totalmente all’abbandono. La necessità dell’intervento che richiediamo deriva anche dal fatto che si avvicina l’annuale Mostra dei Vini di Montepagano (quest’anno dal 02 al 05 Agosto) e l’intervento permetterebbe ai tanti visitatori della mostra di godere di una passeggiata suggestiva prima di partecipare alla manifestazione.
Azione Giovani vigilerà sull’operato dell’Amministrazione Comunale e non mancherà, se necessario, di continuare a far sentire la sua voce a difesa degli antichi percorsi anche in futuro.
Con la presente si porgono distinti saluti.



Fabrizio Fornaciari
Presidente Azione Giovani Roseto

lunedì 28 luglio 2008

Foto degrado antichi percorsi e Fonte dell'Accolle

Visualizza le foto del degrado degli antichi percorsi e della Fonte dell'Accolle cliccando su "Foto e volantini". sezione Degrado antichi percorsi.

domenica 27 luglio 2008

CONTRO IL DEGRADO DEGLI ANTICHI PERCORSI E DELLA FONTE DELL’ACCOLLE



La storia della nostra città recita che numerosi rinvenimenti archeologici dimostrano che il territorio di Roseto degli Abruzzi fu abitato già in epoca romana. Di particolare importanza è sicuramente il borgo medievale di Montepagano che è stato sede del Municipio fino all’avvento dei “cutaroli” di Rosburgo e dal 1927 Roseto degli Abruzzi. La nostra è quindi una città carica di storia ma che conserva ben poco o nulla del suo passato. O forse è una città, talmente assorta a crescere in maniera spropositata come una giungla di cemento, che non è neanche capace di rispettare il suo passato. Basti pensare a molte ville delle famiglie più importanti, alcune sono sparite per far posto a alberghi o residences, la Villa Comunale non è proprio il ritratto della salute, Villa Clemente attende la parziale restaurazione con i fondi destinati alla realizzazione del famoso “Palagiò”… Uno dei simboli della nostra storia è sicuramente la Fonte dell’Accolle e gli antichi percorsi che come recita una guida turistica “offrono una occasione unica per suggestive escursioni a contatto con la natura”. Beh, nel leggere questo breve passaggio nella guida non si sa se ridere o piangere viste le attuali condizioni della Fonte e dei percorsi.
Se ci si avventura per Colle Patito o per l’Accolle, come abbiamo fatto noi per scattare qualche fotografia, si può incontrare un’ingente quantità di cartacce, cicche, preservativi usati e rifiuti di ogni genere. Si possono ammirare le panchine divelte ( grazie agli incivili), ma per fare tutto ciò bisogna indossare necessariamente pantaloni lunghi vista l’altezza delle erbacce nate tra i sampietrini del sentiero. L’immagine più desolante è sicuramente la Fonte invasa dalla vegetazione, sembra veramente che la natura ha preso il sopravvento sull’uomo.

E il Comune cosa fa?
La solerte amministrazione Di Bonaventura continua a rimandare anno dopo anno il finanziamento di 300.000 Euro per la manutenzione straordinaria e più passa il tempo più la situazione peggiora. Inoltre come fa un’amministrazione che lascerà in rosso i bilanci del Comune a finanziare una tale cifra? Ci sarebbe anche da chiedersi del perché si è arrivati a questo punto, quando bastava mandare periodicamente qualcuno della enorme squadra degli operai comunali a tenere in ordine gli antichi percorsi.
Sicuramente non offriamo una bella immagine della nostra città, mentre chissà perché i centri vicini, nostri diretti concorrenti ad attirare turismo, riescono ad offrire un’immagine più dignitosa.
Azione Giovani chiede al Comune un intervento straordinario al fine di favorire la percorribilità almeno del sentiero della Fonte dell’Accolle considerando anche che incombe la Mostra dei Vini di Montepagano. E’ giusto dare la possibilità ai tanti visitatori di godere di una passeggiata suggestiva prima di partecipare alla manifestazione che ogni anno riceve invece grandi attenzioni economiche da parte della giunta Di Bonaventura.
Siamo pronti a vigilare affinché il Comune risolva il prima possibile questi problemi, altrimenti continueremo a dare battaglia.

martedì 22 luglio 2008

Una via per Paolo Borsellino




Riporto di seguito il comunicato stampa di Azione Giovani Roseto con la richiesta di intitolazione di una via della nostra città al giudice Paolo Borsellino:

Roseto degli Abruzzi, 19/07/08

Alla c.a. degli organi di informazione

OGGETTO: COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione

Azione Giovani Roseto vuole ricordare oggi 19 luglio in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo, la figura di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta caduti per mano della mafia: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cusina, Claudio Traina e Vincenzo Limuli.
Nel ricordare Paolo Borsellino vogliamo indicare alle giovani generazioni l’esempio di un italiano che durante tutta la sua vita ha servito i suoi ideali fin dalla giovane età con l’impegno sociale e politico. Approdato in magistratura,si è distinto nella lotta alla mafia e a quei settori dello Stato conniventi con questa, prima all’interno del Pool Antimafia diretto da Rocco Chinici e composto anche dai giudici Falcone e Barrile e poi nella Procura di Marsala,Palermo, Agrigento e Trapani senza mai rinunciare a compiere il suo dovere, fino alla morte.
Proprio per ricordare al meglio il giudice Paolo Borsellino, per far conoscere il suo esempio alle giovani generazioni e soprattutto per continuare nella lotta contro la mafia e la corruzione chiediamo con una lettera rivolta al Sig. Sindaco di Roseto degli Abruzzi e al Consiglio Comunale di intitolare a Paolo Borsellino una via della nostra città.
Attendiamo una risposta positiva da parte dell’amministrazione comunale e dal consiglio comunale tutto che, con un semplice gesto, può ricordare l’opera di un grande uomo, di un grande italiano.
Con la presente si porgono distinti saluti.

Fabrizio Fornaciari
Presidente Azione Giovani Roseto

LETTERA AL SINDACO PER VIA BORSELLINO

Alla c.a. Sig. Sindaco Roseto degli Abruzzi
Geom. Franco Di Bonaventura

e p.c. Giunta Comunale di Roseto degli Abruzzi

Presidente Consiglio Comunale
Geom. Achille Frezza

Componenti Consiglio Comunale

Loro sedi

Egregio Signor Sindaco,
il 19 luglio ricorre l’anniversario di una pagina triste e al contempo significativa della storia d’Italia.
Il 19 luglio 1992, mentre si apprestava ad accompagnare la madre dal medico, Paolo Borsellino, insieme ai cinque uomini della scorta, trovava la morte nell’attentato in Via D’Amelio per mano della mafia.
Il giudice Borsellino fin da piccolo era rimasto segnato da un episodio che gli è raccontato dai suoi genitori. Il nonno del giudice, nella piazza del paese dove tutti si affrettarono a baciare la mano del boss mafioso locale, si rifiuta di farlo e per tutta risposta il boss lo colpisce con uno schiaffo in faccia. Il nonno, senza abbassare lo sguardo, si gira e se ne va.
Con questo episodio egli comprende la necessità di sconfiggere la cultura mafiosa prima nelle coscienze dei siciliani e poi nelle aule giudiziarie.
E’ seguendo questa necessità che prima a Mazara del Vallo, poi a Monreale, a Palermo, dove fa parte insieme a Falcone e Barrile del Pool Antimafia diretto da Rocco Chinnici, poi a Marsala, Agrigento e infine a Trapani la mafia ha iniziato a cedere di fronte all’opera di giustizia portata avanti ogni giorno dal magistrato palermitano.
Borsellino in tutti gli anni della sua attività non ha mai smesso di cercare l’appoggio della gente nella lotta alla mafia per ottenere una vittoria che fosse il simbolo di un riscatto non solo per la Sicilia, ma per l’Italia intera.
Riconosciutone dunque il grande valore riteniamo che Paolo Borsellino meriti un posto nella toponomastica della nostra Roseto, chiediamo quindi alla S.V. di intitolare una via della nostra città a quest’uomo al fine di poter tenere sempre deste, con un semplice gesto, le coscienze di ogni cittadino rosetano.
Ecco perché il 19 luglio è una data triste e al contempo significativa per la storia della nostra nazione, la tristezza provocata dalla scomparsa di questo grande uomo si è trasformata in rabbia per riscattarsi e come esempio di estremo sacrificio. Un esempio che è stato seguito visti i duri colpi inferti recentemente alla mafia, si pensi, per citarne uno, all’arresto di Bernardo Provenzano. Noi siamo consapevoli del fatto che la mafia non è ancora sconfitta ed è perciò necessario avere presente, anche tramite un cognome impresso sulla mappa della città o su un cartello stradale, l’esempio di chi ha donato la sua vita per il riscatto della sua gente e del popolo italiano tutto.
Certi di un suo interessamento e del consiglio comunale tutto, attendiamo Vs risposta al recapito indicato in carta intestata.
Con la presente si porgono distinti saluti.

Roseto degli Abruzzi, lì 19/07/08


I ragazzi di Azione Giovani

martedì 15 luglio 2008

ARRESTATO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO OTTAVIANO DEL TURCO (PD)


L’ ORO DI COLLELONGO

Arrestato il Governatore della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco (PD) per avere intascato quasi 6 milioni di euro in tangenti. Oggi interrogato anche l’ex-assessore ai Trasporti e ora parlamentare,il rosetano Tommaso Ginoble >(PD).



REGIONE - Tutte
ARRESTO GIUNTA DEL TURCO, LA PROCURA: «TANGENTI DA 15 MLN ABBIAMO LE PROVE»
Inviato da Redazione (6096 letture)

Fonte : www.primadanoi.it

LA CRONACA: I PARTICOLARI DALLA PROCURA. ABRUZZO.
E’ cominciata alle 16.30 la conferenza stampa indetta dal procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi.
Primo dato emerso la somma di danaro che gravitava intorno all’affaire sanità: circa 15 milioni di euro di tangenti, di cui 6 intascati a vario titolo dagli indagati.
5,8 mln sarebbero stati quelli ricevuti complessivamente da Del Turco. Gli arrestati si trovano in regime di isolamento. Non potranno incontrare gli avvocati per i prossimi 3 giorni. E la Procura racconta che Del Turco cercò contatti con "piani alti" della magistratura per avere informazioni sull'inchiesta. Ha collaborato all'inchiesta anche il vice Enrico Paolini.
«Un sistema di tangenti molto profondo». Somme elevatissime, «una richiesta di 1 milione di euro in un solo colpo», ha raccontato Trifuoggi e che sarebbero finiti nelle tasche di una vasta parte della giunta regionale.
La Guardia di Finanza sarebbe riuscita a scoprire due associazioni a delinquere diverse: una che riguarda la prima cartolarizzazione dei debiti della Sanità (Masciarelli e centro destra) e un’altra della giunta di centrosinistra, della seconda cartolarizzazione.
Il procuratore ha parlato di reati «particolarmente fastidiosi» perché si inseriscono nell’ambito della Sanità «che è di per sé già disastrata».
«Queste persone hanno compiuto reati penali», ha detto il procuratore, «ancor più fastidiosi perché hanno speculato sulla Sanità che attualmente si trova in uno stato catastrofico e la giunta stava preparandosi per firmare nuovi documenti che avrebbero finito di affossare la situazione».
Questo è stato uno dei motivi per cui si è deciso di intervenire subito

REGIME DI ISOLAMENTO PER GLI ARRESTATI

Questa inchiesta, ha confermato il procuratore in conferenza stampa e che è stata portata avanti da Nicola Trifuoggi e dai pm Bellelli e Di Florio nasce dal filone Fira e dai fondi Docup.
Da lì poi l’inchiesta si è biforcata e si è arrivati ad indagare sulla Sanità.
Anche qui ci sarebbero poi diversi filoni.
Al momento non si conoscono i nomi degli altri 25 indagati (quelli che non sono finiti né ai domiciliari né in carcere) e la Procura preferisce mantenere il riserbo per «questioni di riservatezza».
Le persone che sono state condotte in carcere, Del Turco compreso, si trovano invece in isolamento. Non potranno incontrare nessuno, nemmeno i legali per i prossimi 3 giorni.
Nei prossimi 3 giorni la Procura dovrà verificare la documentazione sequestrata, dopo gli indagati potranno incontrare i loro avvocati.

ANGELINI HA VUOTATO IL SACCO E HA “INGUAIATO” TUTTI

Il ruolo fondamentale in questa inchiesta è stato quello di Vincenzo Angelini, imprenditore della sanità, che circa 3 mesi fa ha deciso di collaborare con la Procura.
E’ sostanzialmente sulle dichiarazioni di Angelini che si basa tutta l’ordinanza di custodia cautelare. L’ultimo interrogatorio si è avuto a giugno.
«Siamo partiti da quelle confessioni», ha spiegato Trifuoggi, «ma poi vi sono stati numerosi riscontri documentali anche grazie alle intercettazioni».
La dazione di denaro è stata spesso promessa.
I soldi percepiti sono così suddivisi: 5,8 mln di euro li avrebbero presi per sé Del Turco e il suo segretario Lamberto Quarta; 6 milioni Conga, ex manager dell’Asl di Chieti e 3 milioni sarebbero stati richiesti ma mai versati.

Il primo filone, nato nel dicembre del 2004 con la prima cartolarizzazione dei debiti, vede l’ingresso sulla scena di Camillo Cesarone, sindacalista che lavorava all’interno di Villa Pini.
Secondo la ricostruzione della Procura Cesarone era il punto di contatto, l’uomo chiave e di fiducia che legava Del Turco e Angelini.
«Cesarone chiedeva continuamente soldi», ha detto ancora il procuratore, riferendo quanto ha raccontato Angelini nel corso degli interrogatori. «A tranches di 250-300 mila euro e facevano pressioni pesanti».
La procura sostiene di aver verificato punto per punto queste dichiarazioni.
«L’imprenditore», ha raccontato ancora Trifuoggi, «era costretto a pagare, sempre, ed era costretto ad assumere personale, tutta gente che via via i politici gli segnalavano».
In questo filone si inserisce anche l'episodio che riguarda l’ex manager dell'Asl di Chieti Conga che avrebbe chiesto per sé soldi in cambio di “aiutini”.
Avrebbe, infatti, detto ad Angelini che solo dietro un compenso in denaro avrebbe firmato documenti che avrebbero aperto le strade alla cartolarizzazione».
Così arrivò la richiesta di 1 milione di euro, poi ridotta a 750 mila euro.

QUEL PIANO DI DEL TURCO: «SPACCARE LO SDI»

L’imprenditore Angelini ha rivelato poi alla Procura un piano del governatore Del Turco: «spaccare lo Sdi per cercare di creare un nuovo partito e poi entrare nel Pd».
Per fare questo, però, aveva bisogno di molti soldi e quindi in quel caso gli avrebbero chiesto una tangente di 1 milione di euro.
Ma di certo la Procura ha lasciato intendere che l’imprenditore della Sanità non è da considerarsi solo una vittima.
Angelini, infatti, avrebbe ricevuto in cambio del denaro «favori da questa giunta e da quella passata».
Dopo i racconti di Angelini la Procura ha avuto riscontri logici. Per esempio il consiglio regionale si apprestava a varare certi provvedimenti, le delibere venivano fatte come da accordi.
Ma la tecnica utilizzata da Del Turco, sempre secondo la ricostruzione della Procura, era di accontentare al 10% Angelini in modo da poter continuare a vessarlo con nuove richieste di tangenti.

«21 MILIONI DI EURO SPARITI NEL NULLA»

Il procuratore Nicola Trifuoggi ha poi raccontato un episodio che coinvolge Gianluca Zelli: 21 milioni di euro spariti in un solo colpo.
Zelli era l’amministratore della Humanghest, che faceva parte del Gruppo Angelini (ora non più)
Zelli avrebbe voluto investire circa 21 milioni di euro per la sponsorizzazione del motociclista della 250 Andrea Dovizioso.
La Procura però sostiene che questi soldi siano spariti nel nulla, attraverso holding estere e quindi i soldi non si sono mai trovati e di sicuro non sono stati utilizzati per la sponsorizzazione.
La Procura ritiene comunque che siano finiti nelle tasche di Del Turco e compagnia.

DOVE FINIVANO I SOLDI?

Ma dove finivano i soldi? Gli indagati avrebbero investito in auto e immobili e avrebbero vissuto in un tenore di vita che di certo non potevano permettersi, altri avevano conti correnti troppo gonfi per il loro lavoro.

IL PROCURATORE: «NON C’E’ NESSUN TEOREMA»

Trifuoggi ha poi spiegato di aver convocato la conferenza «per evitare di mandare in circolo notizie infondate e contraddittorie che provocano più danni di una informazione corretta. E anche per consentire legittime critiche al nostro operato. Altro che teorema: «sono fatti dolorosi per l'Abruzzo e noi ci siamo basati solo su atti. Abbiamo riscontri di ogni tipo, da quelli patrimoniali, alle indagini bancarie, alla cronologia delle delibere e delle dazioni di denaro, agli scontrini autostradali di chi andava a Collelongo a portare le tangenti. Ci sono poi i nomi eccellenti, altri politici del Centrosinistra e del Centrodestra tra le decine di indagati per i quali il Gip non ha concesso l'arresto. Non tutti erano da arrestare, ma per quei politici per i quali non è scattata la custodia cautelare ciò è avvenuto perché non c'era la possibilità di reiterare il reato». Mazzocca e Bucciarelli? «Per loro c'è il reato di concussione, ma non hanno preso denaro: hanno solo costretto Angelini ad assumere persone nella clinica».

NON SONO STATE USATE MANETTE

Tutti sono stati trattati «con grande rispetto, nessuno ha avuto le manette».
«Siamo tranquilli», ha aggiunto ancora il procuratore, «abbiamo riscontrato tutto quello che si doveva riscontrare. E' una storia estremamente triste che dispiace a tutti noi».
E Trifuoggi ha anche detto che Del Turco «ha cercato dei contatti a livello altissimo delle forze di polizia ed anche un contatto con un altissimo magistrato che ci ha informato su questa richiesta di incontro e sul contenuto dello stesso». Forse si sentiva che la svolta era vicina
Del Turco, chiese infatti, un incontro al procuratore della Repubblica dell'Aquila Amicarelli passando attraverso un comune amico. Di quella richiesta il procuratore dell'Aquila informo' subito il procuratore della Repubblica di Pescara, Trifuoggi, chiedendogli se andare o meno.
Trifuoggi diede subito l'ok, e l'incontro ci fu, a casa di quel comune amico, un pomeriggio, fino alle 19.
Alle 19.05 il procuratore della Repubblica dell'Aquila informo' il collega pescarese, il giorno dopo gli invio' una relazione «completa» e ora quel documento e' allegato agli atti.
In questa relazione si racconta di «velate pressioni» che il governatore avrebbe voluto che si facesse sulla Procura di Pescara e parlò di una certa «persecuzione».
Ma l’appoggio dai piani alti non arrivò.

MASCIARELLI, CONSULENTE OMBRA DI DEL TURCO

Quello che è venuto fuori dal racconto degli inquirenti è il ruolo centrale di Giancarlo Masciarelli nel corso della seconda cartolarizzazione dei debiti della Sanità.
Quella operazione “virtuosa” della giunta di centrosinistra, avvenuta per la maggior parte dopo che il manager della Fira era già stato arrestato.
Masciarelli sarebbe stato proprio il trait d'union tra la giunta Pace e Del Turco.
«Era la mente della prima cartolarizzazione e consulente ombra della giunta Del Turco», ha rivelato Trifuoggi.
Masciarelli sarebbe dietro anche ad una serie di società off shore in diversi stati americani tra cui il Delawere
Gli inquirenti, come una sorta di Pollicino, hanno seguito le tracce di diverse somme di denaro e di banca in banca e società e società sono arrivati in istituti di credito del Delawere.
La Procura però, lì, non trova una buona sponda per fare chiarezza. «Noi possiamo anche chiedere a cosa sono serviti tutti quei soldi o di chi siano i conti correnti», ha spiegato Trifuoggi, «ma loro possono dirci qualsiasi cosa, anche che sono soldi utilizzati per acquistare mentine…molto costose, e noi non possiamo farci nulla».

OGGI E’ SPUNTATA UNA VALIGETTA CON I SOLDI

Stamattina, nella Porsche Cayenne dell’ex dirigente Asl Conga gli inquirenti hanno sequestrato una valigetta con 113 mila euro in contanti, «che forse non servivano per il pedaggio autostradale», ha detto Trifuoggi.
La Procura nel corso delle indagini avrebbe inoltre ascoltato diversi testimoni che avrebbero confermato il passaggio di consegna delle valigette piene di soldi.
Sono stati tanti i collaboratori, tra i quali anche il vicepresidente della Giunta Enrico Paolini oltre ad alcuni dipendenti della regione.
Si sono così riusciti a ricostruire i percorsi dei soldi, ma solo fino ad un certo punto.
Trifuoggi ha cercato di far capire la delicatezza dell’operazione di questa mattina e ha assicurato: «non vogliamo fare spettacolo e non abbiamo bisogno di farci pubblicità», ha detto. «La mia carriera è ormai agli sgoccioli e se ho fatto qualcosa di buono è sotto gli occhi di tutti altrimenti non fa nulla». Anche gli arresti, ha confermato ancora, «sono stati fatti con discrezione».

ARRESTATI SCHIACCIATI DA UNA MOLE IMPRESSIONANTE DI PROVE

«Gli oltre 13 milioni di tangenti e le singole cifre da capogiro non sono errori di stampa, ma soldi pagati cash», ha assicurato ancora Trifuoggi.
«Qualcuno ha testimoniato di essere andato a casa degli arrestati e di aver lasciato plichi e mazzette. Oppure di aver visto i messaggeri arrivare e ripartire alleggeriti».
Ci sono stati riscontri bancari, controllati acquisti importanti o le giacenze ingiustificate sui conti correnti.
«Ci siamo posti i problemi di attendibilità di Angelini – ha continuato il Procuratore . Poteva anche essere una vendetta. Ed invece no, quello che abbiamo scritto è tutto provato. Noi non siamo per le manette facili. Perciò debbo ringraziare Polizia giudiziaria, Carabinieri dei Nas e Finanza per come hanno condotto l'operazione. Con molta discrezione e senza ammanettare nessuno, quindi nessuna retata, ma rispetto per gli arrestati schiacciati comunque da una mole impressionante di prove. Non siamo contenti quando qualcuno va in carcere, ma dovevamo fermare questa emorragia di soldi pubblici».
E sul neo assessore al Commercio Boschetti Trifuoggi ha detto: «E' coinvolto con la Giunta di centrodestra e con quella di centrosinistra: era uno al quale ogni tanto si doveva dare qualcosa».

CASE E CONTI IN PARADISI FISCALI

Conti all'estero, acquisto di appartamenti: ecco dove finivano le tangenti. E Angelini ne avrebbe ricavato un vantaggio di oltre 100 milioni, di cui dovrà rispondere.
Ma i calcoli sono per il momento approssimativi e la Procura dice di non avere fatto il conto con precisione.
Ma non è tutto nero il quadro delineato dal Procuratore Trifuoggi, che a precisa domanda sul ruolo critico di Rifondazione comunista contro la gestione Del Turco-Mazzocca, ha così risposto: «Nell'inchiesta c'è stata la collaborazione di molti funzionari onesti della Regione, del Manager della Asl di Pescara Balestrino, del Vice presidente della Giunta Paolini».
I soldi saranno recuperati?
«Abbiamo ricostruito i percorsi che li hanno portati nei paradisi fiscali. Proveremo a recuperarli».
E l'indagine sulla Fira?
«Ci sono ritardi non addebitabili a noi, ma stiamo concludendo anche questa indagine».
Ed infatti rimangono aperti ancora altri filoni che si sono aggiunti anche strada facendo. Oltre la Fira rimane ancora aperta l’altra indagine strettamente collegata a questa della sanità e relativa alla delibera della Deutsche Bank per la quale buona parte della giunta ha già ricevuto avvisi di garanzia.

(ha collaborato Sebastiano Calella) 14/07/2008 20.15