martedì 27 settembre 2011

NO ALLE CLASSI POLLAIO


Blitz di Avanguardia Studentesca davanti alle scuole di 11 città, per protestare contro il sovraffollamento delle classi.



Flash mob goliardico questa mattina davanti le scuole di undici città italiane organizzato da Avanguardia Studentesca, il nuovo movimento degli studenti identitari, contro il sovraffollamento delle classi. All’entrata ed all’uscita delle lezioni i militanti di AS hanno piazzato davanti le scuole dei polli nelle gabbie, volantinando ed esponendo striscioni con la scritta “No alle classi pollaio”.

Alla protesta ha partecipato anche AS Teramo,che questa mattina presso l’ingresso dell'I.T.C.G. "Vincenzo Moretti" ,di Roseto degli Abruzzi,prima del suono della campanella ha organizzato un sit in di protesta, volantinando insieme a dei polli rinchiusi in delle gabbie, contro i tagli operati dalla finanziaria che colpiscono in modo pesante la scuola. Infatti con la riduzione del personale docente le classi dovranno essere accorpate creando non pochi disagi. Un’iniziativa fortemente goliardica che pone quindi l’attenzione sul fenomeno delle “classi pollaio”.

“Secondo la sentenza del Consiglio di Stato del 15 giugno 2011 – afferma il responsabile provinciale di Avanguardia Studentesca, Matteo Merlitti – le classi non possono superare il numero di 25 studenti. Da un’indagine dello stesso Ministero dell’Istruzione documenta che oltre 2 mila classi in Italia superano il tetto dei 30 alunni: circa 63 mila studenti sono trattati come polli da batteria. Oltre al problema delle classi pollaio a rendere drammatica la situazione della scuola italiana sono anche i tagli effettuati alle ore di laboratorio. Con la carenza di fondi i nostri Istituti tecnici e professionali sono costretti a tener chiusi i laboratori, non consentendoci un adeguata preparazione al mondo del lavoro, noi che dovremmo essere la generazione del futuro vediamo sbarrate le porte del mercato. Siamo consci del momento di difficoltà che sta attraversando il nostro Paese e l’Europa intera, ma i tagli non possono essere fatti sulla scuola, sulla cultura e quindi su ciò che rappresenta il futuro dell’Italia”.

"E' intollerabile - dichiara Francesco Di Giuseppe, coordinatore nazionale di As - che un numero cosi' alto di studenti debba studiare in ambiente non idonei. Per realizzare la scuola del merito e della qualita', per usare le stesse parole del Ministro Gelmini, e' indispensabile avere scuole degne di questo nome."

Avanguardia Studentesca continuerà ad essere presente nelle scuole con iniziative volte a tutelare i diritti e gli interessi degli studenti.

Il sito da oggi on-line: http://www.avanguardiastudentesca.it/


Giovane Italia Roseto

giovedì 22 settembre 2011

SE CON L’ANTIPOLITICA MUORE LA “DEMOCRAZIA”

di Luca De Netto*


Esiste un unico filo rosso che lega lo sdegno contro i c.d. costi della politica, la crisi economica, le posizioni antigovernative delle opposizioni, le richieste di abolire diversi enti, le indagini politicizzate di certa magistratura militante, le sirene delle privatizzazioni.

Esso colpisce al cuore la politica, dipinta, nell’immaginario collettivo, come una sorta di comitato di incoscienti, privilegiati, intoccabili, inquisiti.

Un’atmosfera del genere gli italiani l’hanno già respirata nel 1992, con l’aprirsi di Tangentopoli ed il crollo, conseguente, della Prima Repubblica.

Anche allora, la magistratura da un lato, e la speculazione finanziaria internazionale dall’altro, fecero fronte comune per cancellare un’intera classe dirigente e fare spazio a qualcos’altro.

Il progetto, come sappiamo, fu fermato dagli italiani, che si riconobbero nelle nuove formazioni del centrodestra che, allora, rappresentavano il cambiamento ed una generazione nuova, spesso composta da giovani, che si prestava al servizio della cosa pubblica.

Ma oggi, le cose stanno diversamente: è fuor di dubbio che tutte le forze politiche attuali non riescano più a creare, se non entusiasmo, almeno un minimo di fiducia nell’elettorato, sempre più propenso ad astenersi o peggio a rincorrere le chimere dell’antipolitica.

La stampa, che fa opinione, non può – proprio come nel ’92 - che andare giù, contro questi privilegiati incapaci, e chiedere interventi per abolire enti e centri decisionali piccoli.

A ragione Marcello de Angelis, direttore del Secolo d’Italia, indica nell’abolizione del sistema democratico parlamentare la conseguenza possibile di questa escalation, di cui l’antiberlusconismo rappresenta un tassello importante. Come dire che per una sorta di legge del contrappasso, più si attacca in questa fase Berlusconi ed il Governo, più la democrazia è a rischio, perché oggi soltanto l’Esecutivo sarebbe rimasto l’unico presidio in grado di tutelare quella poca sovranità rimasta al nostro Paese.

Ora, sia chiaro che il pensiero conservatore, a cui la destra dovrebbe riferirsi nonostante spesso abbia preferito utilizzare aggettivi meno impegnativi e più edulcorati – quale ad esempio quello di moderato - , non è mai stato un grande sostenitore della democrazia parlamentare.

Anzi, molto spesso esso si è posto criticamente nei confronti di un sistema politico che dovrebbe essere soltanto uno degli assetti possibili, e non invece un valore intoccabile.

Del resto, è sempre stata questa la linea del pensiero “occidentale”, che, sin dai primi filosofi greci, ha delineato come valori la libertà ed il bene comune, lasciando alla libera discussione e sperimentazione le diverse forme di governo in grado di realizzare e tutelare quei valori.

Ecco che quindi la scomparsa del parlamentarismo, se dovesse mai realizzarsi, non dovrebbe creare drammi in sé, perché quello che va difeso, a spada tratta e con tutta la forza possibile, è la partecipazione popolare, la conduzione della cosa pubblica su decisione del Popolo sovrano.

Fin dall’antica Roma, è infatti il Popolo il detentore dell’imperium, che, a seconda dei casi, viene esercitato o direttamente, o concesso ai Consoli, al Rex, al Princeps.

Ed è chiaro che la partecipazione popolare si realizza solo se si recupera la Politica, se si torna a parlare di temi e di contenuti, se finalmente si riesce a selezionare una classe dirigente per meriti e competenze, se chi amministra realizza davvero il bene comune.

L’antipolitica, cioè, si sconfigge con la Politica autentica, spiegando alla gente che cioè fa schifo - quando lo fa, e spesso lo fa - non è la Politica, ma semmai determinati politici che inseguono solo il proprio tornaconto.

E va ribadito che scagliarsi contro una casta di incapaci, non può affatto bastare, se non si prende in mano la situazione partecipando alla cosa pubblica direttamente, per mezzo di comitati, associazioni, circoli, movimenti, partiti.

Comprendendo, tutti, quando è il momento di fare opposizione, e quando, invece, l'interesse nazionale chiede che un Governo, sia esso di destra, di centro o di sinistra, sia sostenuto almeno il giusto per porre un argine agli attacchi speculativi o per affrontare gravi emergenze.

Altrimenti, fatti fuori i politici, e con essi il parlamentarismo democratico, eliminati gli enti ancora controllabili e vicini al cittadino, privatizzati i beni dello Stato, e lasciato ogni potere decisionale alla finanza, alla magistratura, alla stampa, termina anche la libertà, che coincide, come insegnava Gaber, con la partecipazione.

Ed allora, ci ritroveremmo, di fatto, ad essere cittadini di uno Stato commissariato dalla banche, dalle procure, o dai giornali, senza che il popolo sovrano possa più incidere e dire nulla.

Salvo l’avvento di un dictator rei gerendae causa o peggio ad un dictator rei publicae constituendae causa, come accadeva a Roma in situazioni di emergenza e di destabilizzazione completa.

Con il rischio che, non essendoci più i cogenti vincoli del diritto romano (secondo il quale compiuta l’opera di rinnovamento della Res Publica, il Dictator riaffidava il potere alle magistrature ordinarie o si ritirava a vita privata), si rivedano i macabri gesti di Piazzale Loreto.

Vale la pena correre il rischio? Vale la pena gettare via il bambino e l’acqua sporca, ossia la Politica insieme ai politici? Meglio, quindi, partecipare, discutere, dibattere. Per il bene della libertà e per il diritto-dovere del Popolo di condurre i destini della Patria.

* Dirigente Provinciale PDL Brindisi


martedì 13 settembre 2011

GIOVANE ITALIA ROSETO AD ATREJU 2011




Roseto degli Abruzzi, lì 12/09/2011


Alla c.a. organi di informazione

OGGETTO : COMUNICATO STAMPA

Con gentile richiesta di pubblicazione



Si è conclusa domenica scorsa a Roma, Atreju 2011, la Festa Nazionale della Giovane Italia, movimento giovanile del Popolo della Libertà, alla quale hanno partecipato giovani provenienti da tutta Italia tra cui una decina di militanti di Roseto degli Abruzzi.

La manifestazione organizzata da Giorgia Meloni, Ministro della Gioventù e Presidente del movimento giovanile del Pdl, giunta alla 13° edizione, anche quest’anno è stata il palcoscenico della politica italiana con la presenza del Presidente del Consiglio Berlusconi, ministri, i Sindaci di Roma e Milano e vari rappresentanti della politica italiana sia di centrodestra che di centrosinistra.

Sono stati tanti gli argomenti dibattuti durante i cinque giorni di manifestazione, tra cui il lavoro, il diritto alla vita, la cultura, la geopolitica, le energie rinnovabili, l’ambiente, ma il tema principale è presente nel titolo della manifestazione stessa “Fate Largo all’Italia che Avanza”, questa la richiesta che viene dal mondo giovanile del centro-destra: più organizzazione, più partecipazione, più meritocrazia.

“Atreju” si è concluso con l’intervento del segretario nazionale del Popolo della Libertà, Angelino Alfano che insieme a Giorgia Meloni si è confrontato con i ragazzi della Giovane Italia.

Il Ministro Meloni ha introdotto l’intervento di Alfano illustrando le grandi problematiche con le quali si confronta ogni giorno il mondo giovanile, l’accesso al mondo del lavoro, il distacco dalla politica, le problematiche di scuola e università e in merito al risanamento del debito pubblico, tema centrale nell’agenda politica di questi giorni, ha sottolineato che “non possono essere i ragazzi a pagare i privilegi di cui hanno usufruito le passate generazioni”.

Dello stesso parere il segretario Alfano "Pensioni, giovani e casa” questi sono i temi che il governo, e il partito, dovrebbero affrontare, puntando su alcune "parole chiave del nuovo inizio" come "casa e figli". In merito a temi come pensioni e debito pubblico ha aggiunto “C'è un peso sulle generazioni future fortemente ingiusto e bisognerà lavorare su questo nei prossimi anni perchè non possiamo chiedere a una generazione di lavorare fino a 80 anni perchè quella precedente ha lavorato fino a 40". Inoltre Alfano ha approfittato dell’appuntamento per tracciare la rotta per il nuovo assetto organizzativo del partito e le prossime iniziative da realizzare.

“Sicuramente un segretario così giovane e capace è la giusta guida per il nostro partito e il giusto riferimento per il nostro movimento giovanile” questo il commento dei ragazzi della Giovane Italia di Roseto “siamo molto fiduciosi e saremo al fianco di Alfano nella ricostruzione di un partito e di un movimento giovanile basato sulla meritocrazia e sulla partecipazione a partire dalla nostra città e dal nostro territorio provinciale”



Ufficio stampa

Giovane Italia

Roseto degli Abruzzi