mercoledì 10 settembre 2008

SANITOPOLI: RESOCONTO DEL 10 SETTEMBRE











fonte: primadanoi.it

Angelini: «Se la difesa mi torchia perdo qualche chilo... meglio così»

Inviato da Redazione il 10/9/2008 9:04:13 -->(1579 letture)

LA DIRETTA DELLA GIORNATA.
PESCARA. Una giornata intensa, quella di ieri, martedì, per Vincenzo Angelini, il grande accusatore-indagato di Del Turco. E' stato il giorno tanto atteso, quello dell'incidente probatorio, quello in cui le accuse cominciano a trasformarsi in prove utilizzabili nel futuro processo.
E’ arrivato ieri in procura alle 10, scortato dal suo avvocato. Alla stampa sciorina una sequela di «non posso rispondere» (23 per l’esattezza) nel lungo percorso rallentato dalla calca dei giornalisti fino all’aula 1, e poi svariate: «anche questa domanda è oggetto d'indagine», «non parlo», «non rispondo».Qualcosa se lo è lasciato scappare solo quando qualcuno gli ha detto che Del Turco ha rilasciato interviste. E lui ha punto, come un'ape che non guarda in faccia a nessuno: «se Del Turco comincia a parlare e a confessare –come pare- tanto meglio…acceleriamo il procedimento».Chissà da dove avrà carpito quella voce che vorrebbe in realtà che l’ex presidente sarebbe vicino al punto di confessare. Una voce finora smentita dai fatti e dalle interviste rilasciate, dal loro tono e dai loro contenuti.Angelini è andato su tutte le furie quando si è parlato di «poteri forti», ora sta valutando di querelare per diffamazione l’ex presidente-sindacalista che lo avrebbe offeso: «se fossi un potere forte non starei qui», ha detto l’imprenditore della sanità. A tratti sorridente, a tratti sarcastico ha proseguito a passo spedito nell'aula nella quale dovrà raccontare la sua verità.E lì è stato un fiume in piena, non ha ritrattato. E' andato avanti per la sua strada, ha riconfermato quanto già detto ai pm che adesso gli stanno di fronte. Con parole sue, con altre parole ma i contenuti sono gli stessi. Ha utilizzato sempre il suo ormai caratteristico eloquio infarcito di mille perifrasi, spesso colorite, proposizioni incidentali che non finiscono mai tanto da perdere spesso il filo del discorso. Ed è qui che è davvero faticoso il lavoro del suo legale, Sabatino Ciprietti, che come un bravo maestro deve riportare sul sentiero principale della logica il suo alunno sempre pronto a ricordare «altri fatti» che potrebbero «meglio spiegare quello di cui sto parlando».E nonostante tutto ciò l’attenzione non è scemata.In mano aveva un foglietto bianco dove ha annotato nomi e cifre. Non voleva sbagliare, non poteva sbagliare.Ha chiarito anche le opinioni sui vari personaggi. E' apparso sicuro, tranquillo, determinato, senza esitazioni, con alcuni slanci dialettici e pure delle parolacce. E’ spinto da livore misurato e dalla convinzione che ha rischiato di perdere tutto quello per cui ha vissuto. Ma piuttosto che vedersi scippato della sua azienda ha preferito spifferare tutto. Al centro della sua attenzione c’è sempre la sua azienda, nata 60 anni fa e che da alcuni mesi è stata vessata, «la volevano far sgonfiare», gli hanno tagliato i fondi, chiusi i rubinetti, perché –dice- volevano spingermi a vendere («Villa Pini a De Benedetti e Sanatrix a Vittorini», ha ripetuto ai pm più volte).Le prime dichiarazioni di ieri sono state sull'ex manager dell'Asl di Chieti Luigi Conga. Angelini ha detto: «l'ho pagato. Ho dato tangenti. Mi ha chiesto 100 mila euro al mese per pagarmi». Così come ha ammesso di aver pagato sempre tutti, centrodestra e centrosinistra prima, durante e dopo le cartolarizzazioni della sanità.E lui pagava, perché, non lo ha mai negato, il suo ruolo in tutta questa storia è quella del corruttore, così a pieno titolo “è della partita”, indagato anche lui, anche lui ha davvero rischiato il carcere (i pm avevano chiesto per lui misure cautelari rigettate invece dal gip Di Fine).Alle 14 c'è stata la pausa pranzo. Si è diretto verso il bar del tribunale. Non è stato semplice perché ancora una volta i giornalisti di mezza Italia lo hanno seguito. Volevano sapere. Hanno chiesto dettagli.«Fatemi mangiare un panino».Ha guardato Del Turco in aula? Lui ha scherzato e ha abbozzato un «sono sposato da 35 anni, perché dovrei guardare Del Turco». E' stata una risata generale e si è avviato sperando di riuscire a trangugiare il “pasto”.Alla ripresa dell'interrogatorio si è parlato anche di Del Turco, uno dei 35 indagati di questa vicenda ma anche il super indagato eccellente che in queste ore davanti a microfoni e telecamere non ha mai dato segno di scoramento ma si è lasciato scappare espressioni di disappunto.Mormorii e mugugni hanno spesso sottolineato alcuni passaggi della ricostruzione “storica” dei fatti.Qualche sedia ha tremato…Si è parlato delle trasferte a Collelongo, delle mele e dei soldi nella busta lasciata sullo scaffale dei libri.Poi Angelini ha parlato anche di Camillo Cesarone, ex capogruppo del Pd, e ha detto che e' stato eletto grazie al suo apporto.Il re delle cliniche, che non ha fatto mancare momenti di teatralità tipici del suo stile, si è rivolto agli avvocati: «voi difendete un sistema che è trasversale. Io ormai sono un ex, sono qui per i mieifigli, vengo in tribunale per sradicare e mettere in luce un sistema che mi ha schiacciato».Nel corso dell'interrogatorio ha anche accennato a delle minacce di morte che avrebbe ricevuto nel caso in cui non avesse pagato. Ma ai giornalisti non ha voluto dire, però, se adesso ha paura di ritorsioni.Le minacce ci sarebbero state ma si tratterebbe di “colorite” minacce («se non paghi ti spezziamo le gambe»). Non ci sarebbe alcuna intercettazione secretata che proverebbe il pericolo reale di eliminazione fisica, voce che pure ieri serpeggiava tra i giornalisti.Poi verso le 17 Angelini è crollato… nel senso che dopo oltre sei ore non aveva più voce e l’acqua non gli bastava più. La sua lucidità ha vacillato e ha chiesto di sospendere. Il gip non ha potuto far altro che accettare e rimandare al giorno seguente.Oggi di nuovo tutti in quella aula 1 nella quale si ripercorre la storia delle presunte tangenti nella sanità degli ultimi anni in Abruzzo.Una storia lunga perché è probabile che si arrivi fino a venerdì, di certo giovedì ci sarà ancora da fare e difficilmente si potrà chiudere questa prima parentesi di processo anticipato.

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