giovedì 10 settembre 2009

BERLUSCONI AD ATREJU


Silvio prova a ricucire
“Il PdL è un partito di massa. Ci possono essere idee diverse”.

Fonte: iltempo.it


Un tempo si amavano. Condividevano il sogno di una grande federazione del centrodestra. Salivano sul palco assieme, infervoravano la folla. Oggi no. Qualcosa è cambiato. Sembra proprio che tra i due giorno dopo giorno si stia formando un sempre più spesso strato di brina. Quella che di solito imbianca le campagne del Nord e che sparisce al primo raggio di sole. Ma questa volta il sole non riesce a scioglierla prima che se ne depositi ancora. Da una parte c'è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dall'altra l'ex leader di An e presidente della Camera, Gianfranco Fini che ormai sembrano viaggiare su binari paralleli. Il primo sostiene che nel Pdl va tutto bene, l'altro che non è niente vero. Il primo cerca definisce Bossi il miglior alleato di sempre, il secondo fa di tutto per arginare la forza dirompente del partito nordista. L'ultimo capitolo di questo rimpallo di dichiarazioni si è consumato nella serata di ieri. Il premier era stato invitato ad Atreju, la festa dei giovani del Pdl. La prima da quando An ha formalmente chiuso le serrande e la prima alla quale proprio il primo inquilino di Montecitorio ha annunciato di non partecipare. Camminando tra i giovani si capisce che il clima è diverso. Qualcuno parla di «tradimento». Eppure Berlusconi cerca per la seconda volta di smussare gli spigoli. Concede un'altra possibilità a Gianfranco. Punta tutto su un fraintendimento: «Ha interpretato in modo diverso dalla realtà una mia dichiarazione di ieri». Ma Fini non ci sta e per la seconda volta ribadisce: «Per quanto l'ottimismo di Berlusconi sia proverbiale, definire "fraintendimento" le tante valutazioni di carattere politico su cui nel Pdl è necessario discutere, è non soltanto riduttivo ma soprattutto rischia di non contribuire a risolvere i problemi». Una nota del portavoce del presidente della Camera che il presidente del consiglio deve aver ricevuto mentre era comodamente seduto affianco al ministro della Gioventù e presidente del movimento giovanile del Pdl Giovane Italia, Giorgia Meloni. Per la seconda volta tutto da rifare e così non resta al premier che cambiare strategia. Ma dalle sue parole si capisce che l'argomento ormai lo sta infastidendo. «Rispetto le posizioni espresse in questi giorni da Gianfranco Fini - ribadisce il premier -. Il fatto che Fini e altri abbiano delle posizioni diverse su alcuni temi non significa che sulle cose importanti non ci sia nel Pdl piena sintonia». Insomma, ancora scintille tra i due, ma questa volta sembra che Silvio non abbia più voglia di rincorrerlo. Vuole godersi, tra i giovani e anche tanti altri che giovani ormai non erano più, il suo nuovo record. La sua «longevità» da presidente del Consiglio e spiega: «Martedì è stato il momento del sorpasso di Silvio Berlusconi su Alcide De Gasperi. Meno male che hanno detto che ero malato, pensa se non lo ero...». Silvio torna ad essere il mattatore, racconta le barzellette in un napoletano milanesizzato, elenca i successi di questa prima parte della legislatura dai rifiuti al terremoto («il 15 settembre avrò l'onore di consegnare le prime case») alle misure di contrasto alla crisi. Poi passa alle polemiche con la stampa e aggiunge: «Io non ho paura. Si viola la privacy delle persone». Ma le battute di Fini lo tormentano ancora tanto che con vuole salutare i suoi supporter con un'ultima rassicurazione: «Il Pdl è un movimento liberale di massa. Non siamo una caserma ma esattamente il contrario. Tutti hanno la libertà di esprimersi», a partire dai temi etici». Fare buon viso a cattivo gioco si sa è una cosa che a Berlusconi riesce facile, cosa che invece non riescono a fare i giovani che nelle retrovie commentano: «Non è possibile. Guardiamoci attorno e facciamo un rapido conto. Quale sarà l'età media di queste persone. Gli anni scorsi, le feste di Atreju, erano veramente dei giovani. Oggi ci sono troppi capelli bianchi. Anche Silvio è cambiato. L'anno scorso venne in maniche di camicia, oggi è tutto impettito e per più ha trasformato quella che doveva essere un'intervista in un'ora di lunghissimo monologo. Qui funziona diversamente. Vogliamo il confronto. L'unica grande soddisfazione è Federica Pellegrini, seduta là in prima fila. Almeno lì la gioventù c'è.

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