
Sabato pomeriggio a Chieti all’interno della manifestazione “La politica oltre la politica” organizzata dalla Fondazione Cantiere Abruzzo Italia del Sen. Di Stefano, si è svolta la presentazione del libro “La fiaccola tricolore” di Fabrizio Tatarella.
Alla presentazione erano presenti Stefano Morelli, Presidente direzione nazionale della Giovane Italia; Marco Marsilio, deputato romano del Popolo della Libertà e storico dirigente del Fronte della Gioventù e di Azione Giovani; Lorenzo Sospiri, consigliere regionale ed ex coordinatore regionale di Azione Giovani Abruzzo e Fabrizio Tatarella, autore del libro.
Apre il dibattito Morelli che riferisce di quelli che sono stati i passaggi necessari alla costituzione della Giovane Italia, il movimento giovanile più importante d’Italia, spiega che vi è stata una grandissima partecipazione al sondaggio per scegliere il nome del movimento che ha visto militanti e simpatizzanti decidere con larghissima maggioranza (l’85% del totale) il nome Giovane Italia. Lo stesso sistema sarà utilizzato per decidere il simbolo da adottare.
Nel commentare le pagine con cui Tatarella narra la storia della giovane destra Morelli ritiene che “La fiaccola tricolore” sia “un libro che ha precorso i tempi, un libro che ha immaginato la nascita del movimento giovanile unico”.
Lo segue nel dibattito l’intervento di Marco Marsilio, pezzo di storia della destra giovanile romana, applauditissimo dalla platea. Marsilio comincia col raccontare della sua esperienza giovanile, a cavallo tra fine anni ’70 e inizio anni ’80: un periodo di transizione in cui la destra giovanile veniva fuori dai lutti degli “anni di piombo” fortemente segnata e cercava di andare oltre attraverso nuove parole d’ordine, nuove sperimentazioni culturali, aprendosi alla società. “Si affrontava più spesso l’estetica e non la sostanza, dovevamo stimolare i giovani a fare politica, a continuare a fare di più. Inoltre era una stagione in cui solo in qualche paesino riuscivamo a fare il colpaccio di eleggere il sindaco e festeggiavamo in tutta Italia.” e poi continua “Però sperimentavamo nel fare politica nelle strade, nelle piazze, nel movimento studentesco a trovare una nuova via: abbiamo persino stretto accordi con associazioni cattoliche e non, trovando spesso le prime difficoltà nel veto del partito”.
Arriva quindi a parlare della trasformazione del Fronte della Gioventù in Azione Giovani: “ Chi aveva metabolizzato queste esperienze ha trovato poi naturale il proprio percorso politico in Azione Giovani e in Alleanza Nazionale” ed infine commenta la nascita del nuovo movimento giovanile unico del centrodestra “Oggi nella Giovane Italia ci sono esperienze diverse, c’è chi viene dall’esperienza liberale, del socialismo riformista, della destra, in un nuovo movimento giovanile e in un partito interclassista in cui spiccano i valori della nazione, della famiglia, della solidarietà e della sussidiarietà. Due soggetti politici, partito e movimento giovanile, che sono il vero motore della politica italiana. E’ importante aver deciso subito di costituire il nuovo movimento giovanile unico, con un nome rassicurante per chi tiene alla simbologia, all’estetica e all’identità.”
Chiude con una riflessione ad effetto che racchiude una grande verità, sottolineando così l’importanza per la politica della presenza di un movimento giovanile forte e con una grande partecipazione: “I migliori interpreti della politica sono le persone che dai 14 ai 16 anni perdono un’ora in più del loro tempo per servire il loro popolo”.
Lo segue negli interventi Lorenzo Sospiri, una vita nelle organizzazioni giovanili della destra, prima col Fronte della Gioventù e poi in Azione Giovani. Parlando della storia e del ruolo della giovane destra nella società italiana, ben descritta dal libro di Tatarella, Sospiri vede nel ruolo della stessa: “Un importante spaccato della vita di questa nazione, vi capiterà spesso di sapere, parlando con amici di politica, che si è passati anche solo per un’ora in manifestazioni o volantinaggi delle organizzazioni delle organizzazioni giovanili di destra. Ho sentito più volte amici che sentivano l’esigenza di fare un volantino contro l’invasione russa a Praga, per chiedere maggiore libertà culturale,ecc…” Parla poi della sua esperienza personale “è stata una grande palestra, ho metabolizzato di credere in alcune idee durante le attività del movimento giovanile, la fucina degli attuali vertici e di quelli passati viene da lì (immancabile l’omaggio con riferimento alla famiglia Tatarella n.d.r.) credo che Fabrizio sia orgoglioso di portare il cognome Tatarella, perché proprio dalle intuizioni di Pinuccio Tatarella sono stati piantati molti semi del progetto del PdL”
Immancabile infine un riferimento al nuovo movimento giovanile: “E’ stato giusto utilizzare questo nome come segno di riconoscenza per due generazioni di italiani che hanno difeso alcuni valori in tempi in cui difendere quei valori, magari sopiti in alcuni periodi, era molto difficile. La vittoria culturale di quella Giovane Italia che difendeva il tricolore, anche quando il popolo italiano ci puniva nelle tornate elettorali, e quei valori di quella Giovane Italia ritornano nelle dichiarazioni del famigliari dei sei soldati caduti nel vile attentato terrorista in Afghanistan”. Inutile riferire dell’applauso entusiasta dei presenti.
Il dibattito cresce d’intensità quando l’autore prende la parola e subito spiega i motivi che lo hanno spinto a raccontare la storia dei giovani di destra. “Da quando nasce la destra democratica, tanto è stato scritto sulla destra: i libri di Telese, Veneziani, Tarchi, Terranova…Ma non c’era un libro che raccontasse la storia della destra giovanile, un mondo importante dal quale è uscita l’attuale classe dirigente del paese: non è un caso che il segretario del FdG dal ’77 all’88 è la terza carica dello Stato, non è un caso che Alemanno sia Sindaco di Roma, Gasparri capogruppo al Senato del primo partito in Italia, Menia sottosegretario,ecc…Nel libro sono presenti i contributi di Massimo Anderson, il più vecchio segretario del FdG, Mellone e Campi, intellettuali del think tank “Fare Futuro” e di una intervista esclusiva a Gianfranco Fini. Ci sono anche delle fotografie: non è un caso che la prima ritragga Roberto Mieville nel 1948 mentre tiene un comizio sul tetto di un furgoncino e l’ultima Giorgia Meloni che stringe la mano a Berlusconi a rappresentare la scommessa che è stata vinta. Un momento che ha emozionato tutti, un momento in cui la Comunità ha vinto.” Sottolinea poi l’importanza dei giovani nella storia della destra italiana : ”Addirittura secondo il politologo Carioti se oggi è possibile ricordare la storia del primo MSI si deve ringraziare i giovani missini che presidiavano le piazze per volantinare e partecipare alle manifestazioni, come negli anni ’50 quando i giovani italiani erano in piazza per difendere i confini della Patria o più tardi in solidarietà a Jan Palach e al popolo ceco”.
E’un fiume in piena Tatarella in un alternarsi di ricordi, aneddoti e citazioni “La sfida della destra era portare avanti una classe dirigente giovane, non ci sono più le piazze piene e le urne vuote come ai tempi di Almirante ma le piazze piene e le urne piene. La nostra storia è costellata da immagini importanti come la caduta del Muro di Berlino, come la manifestazione durante Tangentopoli quando il FdG circondò Montecitorio con un enorme girotondo e i partecipanti indossavano t-shirts con la scritta “Arrendetevi siete circondati” per denunciare la corruzione della classe politica, le frasi di Almirante che ancora oggi sono di lezione per i nostri ragazzi”.
Chiude i lavori Sospiri che energicamente indica il ruolo che deve avere la Giovane Italia: “Dobbiamo martellare gli ultimi muri della nostra nazione eretti dalla sinistra, il luogo comune che vuole che la cultura risieda solo a sinistra, l’ambientalismo sia di sinistra, la difesa della dignità del lavoro è di sinistra è una grande cazzata. Se non dimentichiamo qual’è il nostro obiettivo credo che daremo una buona generazione di amministratori alla nostra nazione”.
Neanche qui, a Chieti, è immune da polemiche il Festival del Cinema di Venezia “Dell’ultima mostra del cinema ho visto i vari film italiani, spero che presto si faccia un film che racconti la storia delle generazioni raccontate da Tatarella, dei giovani cattolici, dell’impegno sociale o anche la semplice storia dei ragazzi impegnati a studiare con dei valori seri…è necessario raccontare attraverso il cinema queste bellissime storie”.
Ai giovani del Popolo della Libertà l’onore e l’onere di continuare a scrivere le pagine di questa bellissima storia.