martedì 15 luglio 2008

ARRESTATO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE ABRUZZO OTTAVIANO DEL TURCO (PD)


L’ ORO DI COLLELONGO

Arrestato il Governatore della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco (PD) per avere intascato quasi 6 milioni di euro in tangenti. Oggi interrogato anche l’ex-assessore ai Trasporti e ora parlamentare,il rosetano Tommaso Ginoble >(PD).



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ARRESTO GIUNTA DEL TURCO, LA PROCURA: «TANGENTI DA 15 MLN ABBIAMO LE PROVE»
Inviato da Redazione (6096 letture)

Fonte : www.primadanoi.it

LA CRONACA: I PARTICOLARI DALLA PROCURA. ABRUZZO.
E’ cominciata alle 16.30 la conferenza stampa indetta dal procuratore capo di Pescara Nicola Trifuoggi.
Primo dato emerso la somma di danaro che gravitava intorno all’affaire sanità: circa 15 milioni di euro di tangenti, di cui 6 intascati a vario titolo dagli indagati.
5,8 mln sarebbero stati quelli ricevuti complessivamente da Del Turco. Gli arrestati si trovano in regime di isolamento. Non potranno incontrare gli avvocati per i prossimi 3 giorni. E la Procura racconta che Del Turco cercò contatti con "piani alti" della magistratura per avere informazioni sull'inchiesta. Ha collaborato all'inchiesta anche il vice Enrico Paolini.
«Un sistema di tangenti molto profondo». Somme elevatissime, «una richiesta di 1 milione di euro in un solo colpo», ha raccontato Trifuoggi e che sarebbero finiti nelle tasche di una vasta parte della giunta regionale.
La Guardia di Finanza sarebbe riuscita a scoprire due associazioni a delinquere diverse: una che riguarda la prima cartolarizzazione dei debiti della Sanità (Masciarelli e centro destra) e un’altra della giunta di centrosinistra, della seconda cartolarizzazione.
Il procuratore ha parlato di reati «particolarmente fastidiosi» perché si inseriscono nell’ambito della Sanità «che è di per sé già disastrata».
«Queste persone hanno compiuto reati penali», ha detto il procuratore, «ancor più fastidiosi perché hanno speculato sulla Sanità che attualmente si trova in uno stato catastrofico e la giunta stava preparandosi per firmare nuovi documenti che avrebbero finito di affossare la situazione».
Questo è stato uno dei motivi per cui si è deciso di intervenire subito

REGIME DI ISOLAMENTO PER GLI ARRESTATI

Questa inchiesta, ha confermato il procuratore in conferenza stampa e che è stata portata avanti da Nicola Trifuoggi e dai pm Bellelli e Di Florio nasce dal filone Fira e dai fondi Docup.
Da lì poi l’inchiesta si è biforcata e si è arrivati ad indagare sulla Sanità.
Anche qui ci sarebbero poi diversi filoni.
Al momento non si conoscono i nomi degli altri 25 indagati (quelli che non sono finiti né ai domiciliari né in carcere) e la Procura preferisce mantenere il riserbo per «questioni di riservatezza».
Le persone che sono state condotte in carcere, Del Turco compreso, si trovano invece in isolamento. Non potranno incontrare nessuno, nemmeno i legali per i prossimi 3 giorni.
Nei prossimi 3 giorni la Procura dovrà verificare la documentazione sequestrata, dopo gli indagati potranno incontrare i loro avvocati.

ANGELINI HA VUOTATO IL SACCO E HA “INGUAIATO” TUTTI

Il ruolo fondamentale in questa inchiesta è stato quello di Vincenzo Angelini, imprenditore della sanità, che circa 3 mesi fa ha deciso di collaborare con la Procura.
E’ sostanzialmente sulle dichiarazioni di Angelini che si basa tutta l’ordinanza di custodia cautelare. L’ultimo interrogatorio si è avuto a giugno.
«Siamo partiti da quelle confessioni», ha spiegato Trifuoggi, «ma poi vi sono stati numerosi riscontri documentali anche grazie alle intercettazioni».
La dazione di denaro è stata spesso promessa.
I soldi percepiti sono così suddivisi: 5,8 mln di euro li avrebbero presi per sé Del Turco e il suo segretario Lamberto Quarta; 6 milioni Conga, ex manager dell’Asl di Chieti e 3 milioni sarebbero stati richiesti ma mai versati.

Il primo filone, nato nel dicembre del 2004 con la prima cartolarizzazione dei debiti, vede l’ingresso sulla scena di Camillo Cesarone, sindacalista che lavorava all’interno di Villa Pini.
Secondo la ricostruzione della Procura Cesarone era il punto di contatto, l’uomo chiave e di fiducia che legava Del Turco e Angelini.
«Cesarone chiedeva continuamente soldi», ha detto ancora il procuratore, riferendo quanto ha raccontato Angelini nel corso degli interrogatori. «A tranches di 250-300 mila euro e facevano pressioni pesanti».
La procura sostiene di aver verificato punto per punto queste dichiarazioni.
«L’imprenditore», ha raccontato ancora Trifuoggi, «era costretto a pagare, sempre, ed era costretto ad assumere personale, tutta gente che via via i politici gli segnalavano».
In questo filone si inserisce anche l'episodio che riguarda l’ex manager dell'Asl di Chieti Conga che avrebbe chiesto per sé soldi in cambio di “aiutini”.
Avrebbe, infatti, detto ad Angelini che solo dietro un compenso in denaro avrebbe firmato documenti che avrebbero aperto le strade alla cartolarizzazione».
Così arrivò la richiesta di 1 milione di euro, poi ridotta a 750 mila euro.

QUEL PIANO DI DEL TURCO: «SPACCARE LO SDI»

L’imprenditore Angelini ha rivelato poi alla Procura un piano del governatore Del Turco: «spaccare lo Sdi per cercare di creare un nuovo partito e poi entrare nel Pd».
Per fare questo, però, aveva bisogno di molti soldi e quindi in quel caso gli avrebbero chiesto una tangente di 1 milione di euro.
Ma di certo la Procura ha lasciato intendere che l’imprenditore della Sanità non è da considerarsi solo una vittima.
Angelini, infatti, avrebbe ricevuto in cambio del denaro «favori da questa giunta e da quella passata».
Dopo i racconti di Angelini la Procura ha avuto riscontri logici. Per esempio il consiglio regionale si apprestava a varare certi provvedimenti, le delibere venivano fatte come da accordi.
Ma la tecnica utilizzata da Del Turco, sempre secondo la ricostruzione della Procura, era di accontentare al 10% Angelini in modo da poter continuare a vessarlo con nuove richieste di tangenti.

«21 MILIONI DI EURO SPARITI NEL NULLA»

Il procuratore Nicola Trifuoggi ha poi raccontato un episodio che coinvolge Gianluca Zelli: 21 milioni di euro spariti in un solo colpo.
Zelli era l’amministratore della Humanghest, che faceva parte del Gruppo Angelini (ora non più)
Zelli avrebbe voluto investire circa 21 milioni di euro per la sponsorizzazione del motociclista della 250 Andrea Dovizioso.
La Procura però sostiene che questi soldi siano spariti nel nulla, attraverso holding estere e quindi i soldi non si sono mai trovati e di sicuro non sono stati utilizzati per la sponsorizzazione.
La Procura ritiene comunque che siano finiti nelle tasche di Del Turco e compagnia.

DOVE FINIVANO I SOLDI?

Ma dove finivano i soldi? Gli indagati avrebbero investito in auto e immobili e avrebbero vissuto in un tenore di vita che di certo non potevano permettersi, altri avevano conti correnti troppo gonfi per il loro lavoro.

IL PROCURATORE: «NON C’E’ NESSUN TEOREMA»

Trifuoggi ha poi spiegato di aver convocato la conferenza «per evitare di mandare in circolo notizie infondate e contraddittorie che provocano più danni di una informazione corretta. E anche per consentire legittime critiche al nostro operato. Altro che teorema: «sono fatti dolorosi per l'Abruzzo e noi ci siamo basati solo su atti. Abbiamo riscontri di ogni tipo, da quelli patrimoniali, alle indagini bancarie, alla cronologia delle delibere e delle dazioni di denaro, agli scontrini autostradali di chi andava a Collelongo a portare le tangenti. Ci sono poi i nomi eccellenti, altri politici del Centrosinistra e del Centrodestra tra le decine di indagati per i quali il Gip non ha concesso l'arresto. Non tutti erano da arrestare, ma per quei politici per i quali non è scattata la custodia cautelare ciò è avvenuto perché non c'era la possibilità di reiterare il reato». Mazzocca e Bucciarelli? «Per loro c'è il reato di concussione, ma non hanno preso denaro: hanno solo costretto Angelini ad assumere persone nella clinica».

NON SONO STATE USATE MANETTE

Tutti sono stati trattati «con grande rispetto, nessuno ha avuto le manette».
«Siamo tranquilli», ha aggiunto ancora il procuratore, «abbiamo riscontrato tutto quello che si doveva riscontrare. E' una storia estremamente triste che dispiace a tutti noi».
E Trifuoggi ha anche detto che Del Turco «ha cercato dei contatti a livello altissimo delle forze di polizia ed anche un contatto con un altissimo magistrato che ci ha informato su questa richiesta di incontro e sul contenuto dello stesso». Forse si sentiva che la svolta era vicina
Del Turco, chiese infatti, un incontro al procuratore della Repubblica dell'Aquila Amicarelli passando attraverso un comune amico. Di quella richiesta il procuratore dell'Aquila informo' subito il procuratore della Repubblica di Pescara, Trifuoggi, chiedendogli se andare o meno.
Trifuoggi diede subito l'ok, e l'incontro ci fu, a casa di quel comune amico, un pomeriggio, fino alle 19.
Alle 19.05 il procuratore della Repubblica dell'Aquila informo' il collega pescarese, il giorno dopo gli invio' una relazione «completa» e ora quel documento e' allegato agli atti.
In questa relazione si racconta di «velate pressioni» che il governatore avrebbe voluto che si facesse sulla Procura di Pescara e parlò di una certa «persecuzione».
Ma l’appoggio dai piani alti non arrivò.

MASCIARELLI, CONSULENTE OMBRA DI DEL TURCO

Quello che è venuto fuori dal racconto degli inquirenti è il ruolo centrale di Giancarlo Masciarelli nel corso della seconda cartolarizzazione dei debiti della Sanità.
Quella operazione “virtuosa” della giunta di centrosinistra, avvenuta per la maggior parte dopo che il manager della Fira era già stato arrestato.
Masciarelli sarebbe stato proprio il trait d'union tra la giunta Pace e Del Turco.
«Era la mente della prima cartolarizzazione e consulente ombra della giunta Del Turco», ha rivelato Trifuoggi.
Masciarelli sarebbe dietro anche ad una serie di società off shore in diversi stati americani tra cui il Delawere
Gli inquirenti, come una sorta di Pollicino, hanno seguito le tracce di diverse somme di denaro e di banca in banca e società e società sono arrivati in istituti di credito del Delawere.
La Procura però, lì, non trova una buona sponda per fare chiarezza. «Noi possiamo anche chiedere a cosa sono serviti tutti quei soldi o di chi siano i conti correnti», ha spiegato Trifuoggi, «ma loro possono dirci qualsiasi cosa, anche che sono soldi utilizzati per acquistare mentine…molto costose, e noi non possiamo farci nulla».

OGGI E’ SPUNTATA UNA VALIGETTA CON I SOLDI

Stamattina, nella Porsche Cayenne dell’ex dirigente Asl Conga gli inquirenti hanno sequestrato una valigetta con 113 mila euro in contanti, «che forse non servivano per il pedaggio autostradale», ha detto Trifuoggi.
La Procura nel corso delle indagini avrebbe inoltre ascoltato diversi testimoni che avrebbero confermato il passaggio di consegna delle valigette piene di soldi.
Sono stati tanti i collaboratori, tra i quali anche il vicepresidente della Giunta Enrico Paolini oltre ad alcuni dipendenti della regione.
Si sono così riusciti a ricostruire i percorsi dei soldi, ma solo fino ad un certo punto.
Trifuoggi ha cercato di far capire la delicatezza dell’operazione di questa mattina e ha assicurato: «non vogliamo fare spettacolo e non abbiamo bisogno di farci pubblicità», ha detto. «La mia carriera è ormai agli sgoccioli e se ho fatto qualcosa di buono è sotto gli occhi di tutti altrimenti non fa nulla». Anche gli arresti, ha confermato ancora, «sono stati fatti con discrezione».

ARRESTATI SCHIACCIATI DA UNA MOLE IMPRESSIONANTE DI PROVE

«Gli oltre 13 milioni di tangenti e le singole cifre da capogiro non sono errori di stampa, ma soldi pagati cash», ha assicurato ancora Trifuoggi.
«Qualcuno ha testimoniato di essere andato a casa degli arrestati e di aver lasciato plichi e mazzette. Oppure di aver visto i messaggeri arrivare e ripartire alleggeriti».
Ci sono stati riscontri bancari, controllati acquisti importanti o le giacenze ingiustificate sui conti correnti.
«Ci siamo posti i problemi di attendibilità di Angelini – ha continuato il Procuratore . Poteva anche essere una vendetta. Ed invece no, quello che abbiamo scritto è tutto provato. Noi non siamo per le manette facili. Perciò debbo ringraziare Polizia giudiziaria, Carabinieri dei Nas e Finanza per come hanno condotto l'operazione. Con molta discrezione e senza ammanettare nessuno, quindi nessuna retata, ma rispetto per gli arrestati schiacciati comunque da una mole impressionante di prove. Non siamo contenti quando qualcuno va in carcere, ma dovevamo fermare questa emorragia di soldi pubblici».
E sul neo assessore al Commercio Boschetti Trifuoggi ha detto: «E' coinvolto con la Giunta di centrodestra e con quella di centrosinistra: era uno al quale ogni tanto si doveva dare qualcosa».

CASE E CONTI IN PARADISI FISCALI

Conti all'estero, acquisto di appartamenti: ecco dove finivano le tangenti. E Angelini ne avrebbe ricavato un vantaggio di oltre 100 milioni, di cui dovrà rispondere.
Ma i calcoli sono per il momento approssimativi e la Procura dice di non avere fatto il conto con precisione.
Ma non è tutto nero il quadro delineato dal Procuratore Trifuoggi, che a precisa domanda sul ruolo critico di Rifondazione comunista contro la gestione Del Turco-Mazzocca, ha così risposto: «Nell'inchiesta c'è stata la collaborazione di molti funzionari onesti della Regione, del Manager della Asl di Pescara Balestrino, del Vice presidente della Giunta Paolini».
I soldi saranno recuperati?
«Abbiamo ricostruito i percorsi che li hanno portati nei paradisi fiscali. Proveremo a recuperarli».
E l'indagine sulla Fira?
«Ci sono ritardi non addebitabili a noi, ma stiamo concludendo anche questa indagine».
Ed infatti rimangono aperti ancora altri filoni che si sono aggiunti anche strada facendo. Oltre la Fira rimane ancora aperta l’altra indagine strettamente collegata a questa della sanità e relativa alla delibera della Deutsche Bank per la quale buona parte della giunta ha già ricevuto avvisi di garanzia.

(ha collaborato Sebastiano Calella) 14/07/2008 20.15

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