sabato 12 dicembre 2009

LA RISERVA DEL BORSACCHIO : UNA STORIA ROSETANA di Fabrizio Fornaciari





Con questo articolo si vuole provare a ricostruire gli avvenimenti che hanno caratterizzato tutta la vicenda della Riserva del Borsacchio, dalla legge che ne ha previsto l'istituzione fino ad oggi. Non si pretende di dare tutte le informazioni nel dettaglio, per quelle bisogna rivolgersi ai protagonisti che sono citati qui, ma si vuole semplicemente far capire a che punto si trova l'istituzione della Riserva, la posizione di chi la vuole e di chi non la vuole.





Il 2009 si sta concludendo a Roseto con una gestione catastrofica della macchina amministrativa da parte della Giunta Di Bonaventura. L’atteggiamento è quello di chi tutto può e tutto gli è concesso nella convinzione ormai di aver “ovattato” le coscienze dei cittadini con un sistema di potere fatto di clientela, di pacche sulle spalle e di atti amministrativi senza alcuna progettualità e che definire discutibili è dir poco.
Non è un caso che si stia acuendo sempre più la divisione tra il PD ginobliano e le forze della Sinistra (Rc, Pdci, Sinistra democratica, Verdi,ecc…) che, va loro riconosciuto, hanno sempre avuto un atteggiamento critico e mai succube rispetto al Partito democratico.
Non è un caso che in ogni occasione pubblica nella quale si discute dei temi politici fondamentali per la nostra città il Sindaco e i suoi siano accolti da fischi e pernacchie.
Un tema simbolo che fa comprendere come a Roseto si sia toccato il fondo è sicuramente quello che riguarda la Riserva del Borsacchio. Vista da qualcuno non come opportunità di sviluppo, basti pensare alla felice esperienza della Riserva dei Calanchi di Atri, ma come intralcio per le mire edificatorie di qualche costruttore.

Bisogna tornare indietro nel tempo al 30 settembre 2008 data entro la quale il Comune di Roseto, secondo quanto previsto dalla L.R. 06 dell’08 febbraio 2005 che ha istituito la Riserva, avrebbe dovuto adottare il relativo Pan (Piano di assetto naturalistico). Poco dopo la scadenza di quel termine, il 02 ottobre 2008, si tenne al Palazzo del Mare la presentazione del Piano di Assetto Naturalistico progettato dal Prof. Nigro. Già in quella occasione si è palesato il mancato rispetto da parte del Sindaco Di Bonaventura di uno degli impegni presi durante la campagna elettorale del 2006 che lo ha rieletto come primo cittadino. Le promesse elettorali prevedevano l’istituzione della Riserva disciplinata appunto dal Pan senza alcun metro cubo di cemento all’interno della stessa. Invece nella relazione del Prof . Nigro era prevista una superficie di quasi 50.000 mq di superficie edificabile. Subito ci fu una levata di
scudi da parte delle associazioni ambientaliste e delle opposizioni (che da quel momento si ingrossarono con i consiglieri Braca e Avolio).
Si arrivò dunque all’08 ottobre 2008, data in cui il Consiglio Comunale avrebbe dovuto discutere ed approvare il Pan. In quella sede per alcuni consiglieri comunali della maggioranza non sarebbe stato possibile votare in quanto gli stessi sono proprietari di immobili all’interno dell’area oggetto di discussione e quindi in palese conflitto di interesse. Soltanto dopo la richiesta dei consiglieri Di Marco, Braca e dell’allora capogruppo dei Liberalsocialisti Vannucci questi abbandonarono l’aula. Come da prassi soltanto dopo la richiesta dell’opposizione, venne ascoltato il Presidente del Comitato cittadino per la Riserva naturale del Borsacchio Avv. Fabio Celommi in seguito alla relazione tecnica dello staff del Prof. Nigro.
A seguito di un dibattito incandescente, i consiglieri del PD abbandonarono i loro banchi facendo mancare il numero legale. Seguiranno pesanti accuse sulla stampa rivolte alla Giunta comunale e all’On. Ginoble fino ad approdare al Consiglio Comunale seguente tenutosi il 21 ottobre 2008.
In questa seduta il PD si presenta in aula con soli sette consiglieri, il Sindaco e gli altri consiglieri con conflitto d’interessi sono fuori dall’aula.
Come prevedibile da subito iniziano gli scontri con attacchi sia dal centrodestra sia da Braca e Avolio dopo la proposta dell’Assessore Frattari di rinviare la discussione per apporre delle modifiche al Pan. Dal dibattito emerge la notizia dell’acquisto di una società immobiliare di Teramo di terreni, in una zona agricola dove sono previsti cambi di destinazione d’uso, all’interno del perimetro della Riserva per un valore di circa Euro 1.300.000.
Arrivati al momento della votazione il Presidente del Consiglio Rega chiede la sospensione di cinque minuti dei lavori per accertare la presunta incompatibilità del consigliere Norante a partecipare alla votazione. Questa sospensione durerà un’ora e mezza fino a quando il consigliere Prosperi (PD) legge una nota in cui si propone il ritiro della discussione al fine di salvaguardare il principio di “autotutela della P.A.” a causa della presenza di Norante, a loro dire titolare di conflitto di interessi e quindi impossibilitato a partecipare.
A questo punto la minoranza imbufalita fa mancare il numero legale abbandonando l’aula con il pubblico numerosissimo che stigmatizzava l’atteggiamento della maggioranza al grido di “Buffoni!”.
Anche in seguito alla seduta del 21/10/08 si sono susseguite dichiarazioni al vetriolo delle opposizioni contro il monocolore PD. Nello stesso periodo è seguita una denuncia da parte del Comitato Riserva nei confronti dell’Amministrazione comunale per la realizzazione di un sottopassaggio abusivo che collega la SS 16 al Camping Lido d’Abruzzo in violazione delle norme di salvaguardia per le aree protette ai sensi L.R. 06/05.
Superato quindi il termine di approvazione fissato dalla Regione Abruzzo senza che il Pan fosse stato adottato, iniziò a prender corpo con maggiore insistenza la possibilità di nomina di un commissario ad acta per l’adozione dello stesso tanto da destare i legittimi dubbi che proprio la maggioranza non aspettasse altro che la “patata bollente” passasse in mani altrui, al fine di non peggiorare la già pessima opinione che i cittadini hanno maturato sull’atteggiamento della stessa nel gestire questa vicenda.
Seguirà una delibera (1153/08) dell’allora Giunta Regionale di centrosinistra (Del Turco era già andato in galera) datata 27 novembre 2008 con la quale il Presidente vicario Paolini e i colleghi assessori decisero di affidare la gestione della Riserva alla Provincia di Teramo constatata l’inerzia del Comune di Roseto degli Abruzzi.
Il 17 dicembre 2008 le associazioni ambientaliste incontrarono il Presidente D’Agostino che promise di risolvere il problema.
Il 21 Aprile 2009 il Consiglio provinciale delibera a maggioranza la nomina dell’Organo di gestione della Riserva e l’inizio della concertazione con i comuni di Giulianova e Roseto. Persino in quella sede la rosetanità si è fatta riconoscere…i consiglieri provinciali del PD Frattari e Di Girolamo (entrambi assessori della Giunta comunale di Roseto) si astennero motivando il loro dissenso pronunciandosi per la nomina di un commissario ad acta.
Il tempo passa ma non succede niente e D’Agostino viene dunque criticato dalle associazioni ambientaliste esasperate da quattro anni di inadempienze da parte dei comuni di Roseto e Giulianova.
Le elezioni provinciali del 06 e 07 giugno, come quelle delle precedenti regionali, testimoniano la volontà dei cittadini di cambiare pagina e di voler punire l’arroganza degli amministratori rosetani che però continuano a perseverare soprattutto sulla questione Riserva.

Passata l’estate l’argomento è tornato ad impegnare l’agenda politica perché in sede di discussione di Piano spiaggia vengono previsti lotti di demanio all’interno della Riserva da rilasciare come concessione.
Tutto pare calmo fino a quando agli inizi di novembre il consigliere regionale del PD Di Pangrazio chiede a mezzo stampa la convocazione urgente della II Commissione consiliare della Regione Abruzzo per far ascoltare i sindaci di Roseto e Giulianova, Mastromauro e Di Bonaventura, al fine di promuovere una riperimetrazione dei confini della Riserva.
Nei giorni successivi trapela la notizia di un progetto di legge regionale presentato dal consigliere Rabbuffo (PDL) nel quale è prevista la riperimetrazione. Questa proposta legislativa viene pubblicamente avversata dal centrodestra rosetano e regionale a mezzo stampa e nell’importante convegno organizzato dal Comitato per la Riserva Naturale del Borsacchio il 21 novembre scorso presso il Palazzo del Mare.

L’appuntamento intitolato “Riserva Naturale Regionale del Borsacchio e mobilità ciclabile tra i comuni di Giulianova, Roseto degli Abruzzi e Pineto” doveva trattare del collegamento ciclabile tra i suddetti comuni ma è stata l’occasione per una serrata discussione sul tema della riperimetrazione della Riserva stessa. Oltre che interventi molto qualficati da parte di esponenti dell’associazionismo che sottolineavano l’importanza dell’istituzione di una riserva naturale per lo sviluppo economico del territorio, è stata la presenza di importanti esponenti politici ad attirare un’altissima attenzione. Erano presenti in sala i sindaci di Roseto e Pineto, l’Assessore regionale alla cultura Di Dalmazio, il consigliere regionale Rabbuffo, il Presidente della Provincia Catarra, il senatore Tancredi, il consigliere regionale Acerbo, l’Assessore provinciale Vannucci e l’ex-parlamentare D’Elpidio.
Di Dalmazio è intervenuto chiedendo “di non alimentare nessuna contrapposizione tra “guelfi e ghibellini” e discutere con comuni e provincie”. Poi fa riferimento alle esperienze dei parchi abruzzesi “nei nostri parchi nazionali vi è stato un equivoco sulla logica del vincolo, con i presidenti dei parchi abbiamo concordato le linee guida di carattere regionale. E’ giusto perseguire la logica della sussidiarietà con le competenze specifiche degli enti territoriali, diamo la massima disponibilità a discutere per creare un forte sviluppo nell’area della Riserva insieme al Presidente della Provincia” Conclude con una considerazione “La Riserva dev’essere un’opportunità di sviluppo, se non saremo in grado di realizzare tutto ciò ce ne assumeremo la responsabilità e le colpe.”
Catarra gli fa eco “C’è bisogno di un ampio dibattito ma la risposta va data dalla politica locale, da lì poi gli enti sovra comunali raccoglieranno le indicazioni dei cittadini di Roseto e dei loro rappresentanti.”
Indubbiamente gli interventi più energici sono stati quelli di Vannucci e di Acerbo.
Il primo esordisce con un excursus storico-politico : “Per la storia politica di questa città, noi (Liberalsocialisti n.d.r.) firmammo un patto d’onore con la coalizione del centrosinistra per mantenere e preservare la Riserva. Se qualcuno volle nella notte in Consiglio Regionale (Ginoble & c.) istituire la Riserva questo non è stato criticato tanto che abbiamo accettato la richiesta da parte dei “superambientalisti” di farla partire davvero. In consiglio comunale (si riferisce alla seduta del 21/10/08 n.d.r.) arriva la “colata di cemento”, la maggioranza con il voto di un consigliere incompatibile fa bloccare la discussione”.
Prosegue senza risparmiare nessuno “Questa situazione è diventata ingarbugliatissima dal punto di vista istituzionale, dopo un po’ Di Bonaventura, Ginoble e Ruffini vanno ad illustrare il loro Pan e poi c’è l’iniziativa di Rabbuffo. La Regione dovrebbe interessarsi in maniera politico-istituzionale dell’intera vicenda dove tutte le componenti si devono prendere le responsabilità a così finalmente finisce la “guerra tribale”. Concludo invitando il Sindaco una volta per tutte a prendersi le sue responsabilità.”
Il secondo invece evidenzia come “la Riserva è inattuata per il boicottaggio della politica locale” e dichiara “conosco l’influenza del mattone sulla poltica in tutto l’Abruzzo e alla fine i veri danneggiati non sono solo i cittadini, ma soprattutto gli operatori turistici”.
Il Sindaco ha provato a difendersi sostenendo che “sono state dette molte inesattezze: questa legge nasce in modo illegittimo (L.R. 06/05 n.d.r.), non è stato sentito l’ufficio urbanistico regionale con il relativo parere preventivo; nasce con un perimetro di 110 ettari " ( viene smentito dai partecipanti che gli ricordano che si tratta di un mero refuso, l’Avv. Celommi gli consegna la planimetria prevista nel Bura).
Prosegue : “sono state fatte tre leggi, sono stati modificati i perimetri (Braca polemizza dal pubblico “Non hai fatto alcun ricorso!”), qualcuno inoltre asserisce di una mia incompatibilità a partecipare all’audizione presso il Consiglio Regionale, ma sono andato a portare la mozione che le minoranza avevano prodotto in materia. Si è parlato di poteri forti, di corruttori,ecc…ognuno risponde di fronte a Dio e di fronte alla giustizia. Comunque ci tengo a dire che per me nessun metro cubo di cemento dev’essere inserito nella Riserva. La Regione Abruzzo pianifichi in maniera chiara, la Riserva dev’essere un’opportunità non divenire penalizzante per chi ci vive dentro, concludendo non ho mai parlato di riduzioni drastiche comunque lo studio del Prof. Nigro può rappresentare un’ottima base di partenza.”
Il dibattito è concluso dall’intervento dell’Avv. Celommi “La volontà del legislatore regionale è stata univoca, per l’istituzione della Riserva abbiamo avuto problemi con l’amministrazione locale, che si è mossa soltanto dopo alcune diffide scritte. Fatto il bando al quale hanno risposto in 28 tra ingegneri, tecnici, geometri,ecc… poi si è scelto di dare l’incarico di redazione del Pan al Prof. Nigro. Si poteva scegliere il “Dipartimento di Scienze ambientali” dell’Università de L’Aquila, organo dotato di tutte le professionalità e soprattutto si poteva anche risparmiare ( il Pan è costato ai cittadini ben 230.000 Euro). Ribadisco inoltre che il perimetro iniziale non era di 110 mq ma si tratta di un refuso.”
Continua Celommi “Un anno fa doveva essere approvato questo piano in Consiglio Comunale, dopodiché un consigliere regionale di Avezzano(Di Pangrazio n.d.r.), che poco conosce il nostro territorio, è stato sollecitato a presentare quest’iniziativa (richiesta di audizione dei sindaci per riperimetrazione n.d.r.), se fossero stati i diretti interessati a chiederla sarebbe stata una decisione impolitica, impopolare e osteggiata. “Con questa riperimetrazione” conclude “si vuole trasformare l’attuale riserva in un orto botanico. Il Sindaco è favorevole così cesserebbe il conflitto d’interesse suo e dei suoi consiglieri”.
Dal punto di vista amministrativo dopo l’audizione presso la II Commissione consiliare del Consiglio Regionale alla quale ha partecipato il Sindaco Di Bonaventura, nonostante alcuni consiglieri regionali del PDL e della sinistra radicale gli ricordassero della sua incompatibilità, è seguita la proposta dello stesso primo cittadino e dell’Assessore Frattari di costituire in seno al Consiglio Comunale una Commissione temporanea che lavori per la redazione di un documento condiviso che attivi definitivamente la Riserva. I toni del “predicar bene e razzolar male” vengono confermati quando il Presidente del Consiglio Comunale Rega autorizza la partecipazione al Consiglio Comunale del 10 dicembre dei consiglieri in conflitto di interessi facendo orecchie da mercante nei confronti della missiva inviatagli dall’Avv. Celommi in cui si richiede che questi si astengano dal prendere parte alla votazione ai sensi del D.lgs N°267/2000.
Si è arrivati così all’ultimo Consiglio Comunale (10/12/09) nel quale la maggioranza (con il voto favorevole anche dei Liberalsocialisti) ha votato a favore dell’istituzione di una commissione paritetica (composta da Salvatore, Cappucci, Braca, Avolio, Santarelli, Marini, Norante e Di Marco) che entro il 26 gennaio prossimo dovrà formulare un documento unitario da inviare alla Regione Abruzzo.
Sembra l’ennesima scusa di Di Bonaventura, Ginoble & co. per prendere tempo, gli sviluppi sono tutti da scoprire.






Per ulteriori informazioni consultare il blog http://politicarosetana.blogspot.com/

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