martedì 5 gennaio 2010

I post-finiani. Comparse in An leader nel PdL di Brunella Bolloli









fonte: libero ed.Milano



Occhio al Lazio. Non è solo l’eterna lotta tra Roma e Milano, tra una querelle sul Gran Premio e la disputa sul primato della capitale morale: nel centro d’Italia c’è una classe dirigente, targata PdL, che cammina a passo sempre più spedito verso il potere vero, quello nazionale, con buona pace di Fini e Berlusconi. Sono, in fondo, postfiniani. Fedeli all’ex leader di An, ma decisi a contare sull’anagrafe favorevole. Il bacino di provenienza infatti è quasi tutto di Alleanza nazionale. Da lì, anzi dalla Destra sociale, arriva il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ieri ha parlato di riforme come un leader nazionale. Benedetta dal presidente della Camera è Renata Polverini, sindacalista candidata alla presidenza della Regione Lazio con grandi chance (causa anche il disastro Pd dopo l’affare Marrazzo). Molto nasce con la storica vittoria al Campidoglio, nel 2008, che ha sconquassato la geografia del potere non solo locale. Ora, con una possibile vittoria della Polverini, il segnale sarà ancora più deciso. Del resto, la 47enne leader dell’Ugl è stata scelta da Berlusconi e da Fini: un po’ per il lavoro che fa e molto per le sue idee bipartisan da assidua frequentatrice di salotti trasversali. Prova ne sia che la comunicazione della sua campagna elettorale è stata affidata al “dalemiano” Claudio Velardi. Liberista? «Mai. Io sono per un socialismo buono e per una migliore distribuzione della ricchezza. La redistribuzione capitalista è una favola, favorisce speculazioni finanziarie e rendite incontrollate», ha detto in un’intervista. Epifani in gonnella? La scommessa è che possa catturare consensi anche tra chi non si sarebbe mai sognato di votare un’ex di An. Discorso simile vale per Alemanno che, da sindaco, sta conducendo una politica orientata al sostegno della famiglia, alle fasce meno abbienti, all’abbassamento delle tasse. Prova ne sia l’annuncio fatto ieri al Tempo dell’estensione del quoziente familiare sul modello di ciò che ha sperimentato il collega di Parma, Pietro Vignali. Guarda caso, il tema è un cavallo di battaglia dell`Udc di PierFerdinando Casini di cui la Polverina spera di ottenere il decisivo appoggio per il voto di marzo.

MODELLO PARMA Si tratta in pratica di far pagare meno tasse e meno tariffe alle famiglie monoreddito e a quelle numerose, ad esempio studiando agevolazioni sul biglietto dell`autobus o sulla retta all`asilo nido. «La nostra responsabile famiglie ha incontrato Alemanno», spiega a Libero Vignali. «Da lì è nato un tavolo congiunto per l"`esportazione". A Parma sta partendo il nuovo modello che prevede tra i criteri dell`accesso ai servizi alla persona anche il numero dei familiari e dei carichi di cura: se una famiglia ha uno o più anziani a carico, paga meno. Ho parlato di questo tentativo sia col ministro Sacconi, che col sottosegretario Giovanardi si è mostrato molto interessato». Tornando a Roma, c`è il capitolo aziende, vale a dire il potere vero che scaturisce dall`amministrare il più grande comune d`Italia. Bastipensare al colosso dell`Acea, la società di energia quotata in Borsa e detenuta al 51% dalle casse capitoline, con un 7,5% di Caltagirone e un 10% ai francesi. Alemanno non solo ha subito due suoi uomini al Giancarlo Cremonesi e Marco Staderini (legato a Casini), così come ha fatto perle altre municipalizzate (molte in profondo rosso dopo la gestione Veltroni), ma ha anche congelato un delicato accordo con Gaz de France siglato dal vecchio vertice. Nulla di strano quando muta la gestione del potere.

Ma per Roma è stato un cambio radicale. Il PdL, in questo caso, ha fatto un gioco di squadra, ma Alemanno è stato aiutato nel processo di "occupazione" della stanza dei bottoni da un nutrito gruppo di exAn che fa capo al senatore Andrea Augello, detto "l`uomo nero" un po` per la sua fede politica, molto per il suo essere manovratore nell`ombra. E soprattutto a lui che si deve l`arrivo degli ingenti fondi per Roma Capitale stanziati dal governo Berlusconi, nonché molte nomine alle municipalizzate.



NESSUNA SCISSIONE TRA NOI Un altro ex colonnello di An vicino ad Alemanno è Fabio Rampelli, finiano doc, e appena scelto dalla Polverina per curare i rapporti con le associazioni. Nel giro del sindaco anche Vincenzo Piso e, tra le donne, Barbara Saltamartini, che ieri si è spesa in termini favorevoli proprio sulla questione del quoziente familiare. Certo Alemanno, nel derby tra il presidente della Camera e quello del Consiglio, continua a professarsi "colomba" e a dire che Gianfranco resta il suo «punto di riferimento fondamentale».
Ieri ha costruito ponti dopo le polemiche lanciate dal "Giornale", ha ribadito che non esiste alcuna scissione all`interno del PdL, che è impensabile che Fini viri verso l`Api di Rutelli, ma non è un mistero che il suo rapporto con il Cavaliere sia diretto e frequen- te. Così come quello conil ministro Sacconi, con Mara Carfagna, e con tanti ex azzurri.
Sempre più distante da Fini, invece sui temi etici, la chiesa, la cittadinanza agli immigrati e per uscire dai confini del Gra ha perfino riattivato la Fondazione Nuova Italia.
A sinistra di Fini non ci sono solo romani e laziali. Se pensiamo al nord, alla Lombardia, un nome in ascesa è Carlo Fidanza, eurodeputato:
potremmo definirlo un uomo di Alemanno a Milano. Più a sud, invece, c`è Pasquale Viespoli, sottosegretario per il Lavoro e poi Giuseppe Scopelliti, popolarissimo sindaco di Reggio Calabri a scelto dai finiani perla corsa alla presidenza. Si al Ponte sullo Stretto, all`Alta velocità e al Federalismo sono i punti principali del suo programma.
All`inizio ha trovato l`opposizione dei berluscones, ma ha deciso di tirare dritto:
«Mi vogliono abbattere perché hanno paura di cambiare», ha sentenziato lui, classe 1966. I "vecchi" sono avvisati.

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